Nome di battaglia "Chetti"
Di famiglia contadina, antifascista e socialista, iscritto giovanissimo al Partito Comunista clandestino, entrò ben presto nella Resistenza.
Prima operativo nella 62.a Brigata Garibaldi “Camicie Rosse”, poi nella 36.a Brigata Garibaldi "Bianconcini".
Riconosciuto partigiano dallʼ1.5.1944 alla Liberazione.
Nel dopoguerra continuò nel suo impegno politico e sociale, militando nel PCI e nella CGIL.
Operaio tornitore, visse da protagonista i grandi scioperi operai degli anni 60 e i relativi licenziamenti; divenne poi artigiano, attivo nel CNA.
Dirigente nell'A.N.P.I. del quartiere Savena, fu per anni tra gli organizzatori delle celebrazioni per l'eccidio compiuto dai nazifascisti nel febbraio del 1945 a San Ruffillo.
Si impegnò con passione nel progetto di apertura dell'A.N.P.I. ai giovani antifascisti.